Originale
saggio sugli eterni interrogativi dell’uomo, “La Terza Persona” di
Giovanni Ravani è un testo che sorprenderà il lettore abituato ai
testi che trattano i temi della spiritualità. Infatti, in uno stile
quasi colloquiale, che coinvolge in un dialogo pacato e rigoroso,
l’Autore ci fa partecipi del suo viaggio intorno alla spiritualità,
condividendo le sue esperienze e riflessioni, offrendo suggerimenti ed
ipotesi.
E’
singolare, nell’opera, l’utilizzazione di tre diverse angolazioni
per affrontare l’argomento: la prospettiva filosofico-teologica,
quella scientifica e quella narrativa autobiografica.
Dice
l’Autore, nelle “Note personali e chiave di lettura”: <Il libro
che presento sconfina nella narrazione e umilmente osa abbracciare la
poesia. (...) Coi mezzi della filosofia, della psicologia, della fisica
teorica e della teologia, darò modo di realizzare le risposte ai
quesiti esistenziali e prospetterò quella che secondo logica appare
decisamente essere la verità ultima, quella sulla creazione e
sull’esistenza delle cose. Vi sono più maniere e discipline per
intuire quale sia la vera verità, queste ultime sono note da molti
secoli, oppure appartengono alle più recenti scoperte. Sicuramente
ognuna di esse, se individualmente elaborata in modo corretto, può dare
esiti notevoli e grande soddisfazione e, personalmente, la strada che ho
seguito è solo una fra le tante.> (pag.11).
Il
testo è articolato in quattro “dissertazioni”: sulla evanescenza
dell’essere, sull’infinito, sulle acque e sulla caduta degli Angeli.
Fra una dissertazione e l’altra, l’Autore ha inserito ventidue sue
poesie, che testimoniano del suo animo sensibile e del suo rifiuto di
accettare una società, come quella odierna, in cui gli interessi
materiali e l’ipocrita apparenza sembrano sostituire gli antichi
valori.
La
prima dissertazione tratta dell’origine della sofferenza umana,
proponendone una spiegazione nella “superbia”, come il principale
dei vizi umani, quello da cui tutti gli altri discendono. In ciò
l’Autore, pur rimanendo sostanzialmente vicino alla teologia
cristiana, presenta un’ipotesi che si avvicina alle antiche concezioni
buddiste dell’origine del dolore. La percezione, la coscienza e la
paura della propria caducità, porta l’uomo a negarla e a cercare di
farsi egli stesso Creatore, destinato in tale tentativo,
inevitabilmente, al fallimento e al dolore. Unico rimedio, suggerito con
discrezione, è intraprendere un percorso di conoscenza e, soprattutto,
di “coscienza” dell’intima connessione di ogni singola parte con
il Tutto (come direbbe Niels Bohr), per raggiungere infine
l’”Illuminazione”.
La
seconda dissertazione ha un taglio scientifico, di fisica teorica, così
come si conviene agli argomenti trattati: l’infinito, lo spazio, il
tempo, la materia, il nulla, il tutto. Così, passo dopo passo, il
lettore viene guidato nella complessità delle recenti acquisizioni
della fisica teorica, che consentono di trattare con rigore scientifico
concetti che in passato erano dominio esclusivo delle religioni e della
filosofia. Si tratta di una necessaria definizione dei termini che
comunemente si utilizzano per riflettere sulla vita, ma che quando
rimangono nell’ambiguità semantica, finiscono per rimanere vuote
parole che producono inutili elucubrazioni.
Una
nostalgica rievocazione del suo intimo e fecondo rapporto con il
“fiume” (reale e metaforico), è al centro della terza dissertazione
(“sulle acque”). E’ una parte del libro narrativa e
autobiografica, che consente al lettore di allentare la tensione
necessaria per seguire le riflessioni precedenti, consentendogli di
cogliere meglio lo sviluppo interiore della spiritualità che
gradualmente si farà strada nella mente dell’Autore. La dettagliata e
quasi lirica rappresentazione dell’ambiente fluviale, si risolve in un
duplice invito: alla spiritualità e all’impegno ecologista.
L’ultima
dissertazione, sulla caduta degli Angeli, rivisita l’interpretazione
teologica della patristica, sostanzialmente accettandola come
“logica” e conforme alle teorie esposte nella prima dissertazione.
In
conclusione, si tratta di un saggio dalle diverse sfaccettature, che
stimola il lettore a non temere di affrontare i grandi interrogativi
esistenziali, proponendo interpretazioni che coniugano le tradizionali
verità metafisiche proposte dal cristianesimo, con le più recenti
ipotesi di fisica teorica.
Pippo
Palazzolo
Aprile 2012